Nella giornata del 27/10/2017 abbiamo incontrato l’Azienda per avere l’opportuna e dovuta informativa circa la riorganizzazione che sta interessando la struttura di FTC/FTO. La presentazione è stata condotta, alla presenza di Giovanni Ciccarelli, HR Commercial Banking Italy, da Alfredo Bresciani, Responsabile Gtb Italia e da Cesare Pedrali Noy, Responsabile Gtb Corporate Center.
A inizio incontro l’Azienda ha descritto dettagliatamente la struttura e le attività di GTB e ha dichiarato come viene percepita Unicredit dal mercato sotto il profilo Trade Finance: leader per prodotti e servizi, presenza sul territorio, velocità e tempestività nelle risposte alla clientela e per l’alta qualità e professionalità delle persone che ci lavorano.
La rete estero sul territorio è ad oggi strutturata in 7 Foreign Trade Center (Torino. Milano, Treviso, Bologna, Roma, Bari, Palermo) e in 37 Foreign Trade Office. In questa struttura vengono gestiti tutti i servizi offerti dalla banca oltre ad una significativa attività di supporto del Network.
Secondo quanto ci dice l’Azienda, le linee guida che del cambiamento sono: mantenere l’eccellenza del servizio, la competenza sul prodotto, la prossimità territoriale e garantire efficienza nel processo. Il file rouge di questo cambiamento è la digitalizzazione.
Verranno trasferite, a partire da novembre, le attività di secondo livello (anticipi import/export e servizi dopo incasso), in modo tale da concentrare le forze nelle attività a maggior valore aggiunto, così ci spiega l’Azienda. Eccezionalmente alcune attività legate a particolari clienti non verranno migrate, per nominativi specifici o per questioni connesse alla Compliance (sottoposti per esempio a rischi operativi legati alla legge sugli armamenti).
In FTC verranno concentrate le attività di garanzie e lettere di credito import, che invece oggi sono gestiti nei FTO. Ciò non comporterà spostamento di personale.
Resteranno in gestione agli FTO le lettere di credito export.
L’organico tra FTC e FTO a fine settembre consta di 519 persone. Questa riorganizzazione viene impattata dalle uscite previste nei diversi piani industriali: entro il 2017 usciranno 33 persone e tra il 2018 e il 2019 usciranno altre 105 persone.
Ci è stato fornito anche il dato suddiviso per livelli di attività, con una fotografia dell’organico a maggio 2017:
– 1° livello organico 2017 di 416 persone, uscite entro il 2019 sono 115
– 2° livello organico 2017 di 106 persone, uscite entro il 2019 sono 31.
Si libereranno quindi circa 89-90 persone che verranno riconvertite in altre attività nel 1° livello o nel Network.
Il presidio territoriale delle attività sarà garantito dai nuovi punti di raccolta, che prenderanno il posto degli attuali FTO, con numero ridotto di personale. L’Azienda non è in grado ad oggi di fornirci ulteriori dettagli.
A fine incontro abbiamo fatto presente all’Azienda che è necessario accendere un focus sul mondo estero anche e non solo, perché la curva del numero dei colleghi in uscita è più alto rispetto alla media di altre strutture. Abbiamo manifestato la nostra preoccupazione per il numero degli addetti di questo comparto, che alla fine del 2019 sarà di circa 300 persone. Questa attività, che l’Azienda dichiara essere così importante, vedrà una contrazione di organico significativa in conseguenza di decisioni che vanno al di là del piano industriali e che riguardano delocalizzazioni di attività, cui il Sindacato si è sempre dichiarato contrario.
Abbiamo chiesto che la riconversione professionale dei colleghi sia accompagnata da formazione e da affiancamento adeguati, sia che passino in rete sia che restino a svolgere le attività di 1° livello. Terremo monitorato tutto il processo di riorganizzazione e a tale scopo abbiamo condiviso con l’Azienda, nei prossimi mesi, un ulteriore passaggio.
Milano, 2/11/2017
Fabi First/Cisl Fisac/Cgil Uilca Unisin
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