Documento conclusivo delle Assemblee Nazionali Costitutive dei Coordinamenti Fisac CGIL di UniCredit SpA e del Gruppo UniCredito.

L’Assemblea Costitutiva della Fisac CGIL del Gruppo UniCredit svoltasi sulla base del documento sottoposto e approvato nelle assemblee delle nostre iscritte e dei nostri iscritti assume nella sua interezza la relazione introduttiva del Coordinatore di Gruppo uscente, che ha tra l’altro attualizzato le tematiche dello stesso alla luce dei recenti gravi sviluppi.
Il mondo capitalistico occidentale vive da circa tre anni la crisi più profonda del dopoguerra.
Permangono le incertezza su una ripresa stabile e soprattutto capace di toccare i settori più vasti delle economie produttive.
Non è un esercizio di stile ricordare che il detonatore della crisi, a partire del settembre 2008, è stato prodotto all’interno del settore finanziario. L’idea di un liberismo senza regole, svincolato da controlli, ha rivelato fino in fondo tutta la sua pericolosa inaffidabilità e solo l’intervento pubblico ha scongiurato un disastro di una colossale entità. Ingenti risorse sociali sono state impegnate per guasti privati.
Come era intuibile la crisi, prima finanziaria, si è spostata sul piano economico e, quindi, inevitabilmente su quello sociale. La perdita di posti di lavoro accompagnata da un generale impoverimento di vasti strati sociali ne rappresentano il triste effetto.

Il nostro paese, in questo contesto di crisi internazionale, rappresenta una situazione ancora più allarmante. Gli indicatori economici che misurano il grado di ripresa di un possibile sviluppo indicano l’Italia, nella comparazione con altri paesi europei, come la situazione più debole e più critica. Il nostro Governo ha fatto quanto di peggio si potesse immaginare; prima ha negato la crisi e poi, quando la situazione era sin troppo evidente, ha teso a far credere che la crisi fosse già alle spalle. Infine, quando ha dovuto affrontare il problema, lo ha fatto nel modo peggiore: senza un’idea di sviluppo, con tagli indiscriminati e, quel che è peggio, dividendo e penalizzando il mondo del lavoro.

In questo contesto la battaglia di giustizia sociale che la CGIL ha tenuto in questi anni assume un valore enorme. Da una parte la chiusura e l’esplicita ostilità del governo, dall’altra le crisi aziendali che riducono margini negoziali, unita a una delle fasi più difficili della storia dei rapporti con CISL e UIL sono elementi di una stagione tra le più drammatiche vissute dalla nostra Confederazione. Pur tra queste difficoltà, la CGIL ha saputo interpretare e rappresentare un potente strumento di coesione sociale attraverso una costante presenza, difesa e visibilità del mondo del lavoro e delle sue ragioni.

Il Gruppo Unicredit, in questi ultimi anni, è stato interessato da una serie di operazioni societarie. la più importante in termini dimensionali è rappresentata certamente dalla fusione con Capitalia. Con questa operazione Unicredit si conferma il secondo Gruppo bancario italiano. Tuttavia gli ultimi anni sono stati per il Gruppo particolarmente complicati. Ai problemi tipici del settore finanziario, riguardanti in particolare la contrazione di margini, si è aggiunta una travagliata storia di assetti societari che hanno determinato un profondo cambio di leadership del management. Il risultato, rispetto alle strategie aziendali, è una navigazione a vista che ha prodotto incertezze organizzative e scelte che hanno determinato un forte scadimento delle condizioni di lavoro.

Il sindacato aziendale ha fatto in questi anni importanti e positivi accordi, l’ultimo dei quali, stipulato il 18 ottobre 2010, testimonia la capacità della Fisac CGIL di interpretare un ruolo mai fine a se stesso, ma ispirato a concretizzare i valori politici della CGIL. L’attenzione riservata alla tutela delle fasce deboli del mercato del lavoro presenti in banca e alla condizione giovanile ne sono la traccia evidente. E’ un impegno che la Fisac CGIL assume con convinzione anche per il futuro. A partire dal compimento dei lavori della commissione di solidarietà generazionale.

Un futuro però che, alla luce delle esperienze degli ultimi mesi, si presenta incerto.

La vicenda SSC rappresenta, prima di tutto, un attacco palese all’area contrattuale, portato proprio nel momento in cui le Segreterie Nazionali hanno avviato la discussione del rinnovo del CCNL.
La costituzione del Consorzio, con la struttura organizzativa modellata su business line che precostituisce settori facilmente scorporabili e gli annunciati progetti di esternalizzazione, a partire dall’operazione SSC, pongono come obbiettivo la piena tutela contrattuale attraverso gli strumenti del collegamento societario e dell’area contrattuale.
Il progetto di esternalizzazione dello SSC, al momento sospeso in forza della mobilitazione di lavoratrici e lavoratori del Gruppo, rappresenta la punta di un iceberg che rischia di affondare una cultura e una pratica di relazioni sindacali improntata a reciproco riconoscimento e alla sostenibilità delle soluzioni sindacali. La capacità di reazione che ha avuto la categoria nel prepararsi a respingere con azioni di lotta il tentativo aziendale ci conferma nella giustezza delle nostre posizioni e ci impegna non disperderne le ulteriori potenzialità.
Non è però un pericolo scongiurato.
Il prossimo piano industriale sarà un banco di prova. E’ auspicabile ed atteso un progetto di sviluppo aziendale, ma il sindacato è pronto a respingere i tentativi tesi a mortificare le lavoratrici e i lavoratori. La Fisac riafferma il valore e l’efficacia della multipolarità e della mobilità infragruppo quali strumenti adeguati per la gestione delle problematiche degli organici.

La materia sindacale, accumulata nel corrente anno, è seria ed importante. E’ assolutamente necessario definire il tema degli inquadramenti che, a seguito dell’ultima fusione del novembre 2010, vede la categoria che rappresentiamo nella completa incertezza in uno dei fondamentali diritti del rapporto di lavoro.
Come pure la problematica del part time attende ormai da troppo tempo una definizione che dia una risposta concreta ai bisogni di lavoratrici e lavoratori.

Le lavoratrici e il lavoratori del Gruppo vivono un fortissimo, tangibile disagio che ha più cause, a partire da una situazione interna di disorganizzazione, dalla mancanza di risposte a tutte le necessità personali e professionali, alla “lontananza” dai rispettivi responsabili del personale; in questo senso la Fisac, pur riconoscendo che il territorio è stato dotato, dopo ONE4C, da una rete articolata di HRBP, tuttavia il livello dell’ interlocuzione è inadeguato rispetto alle necessità espresse la Fisac CGIL ritiene necessario :
dotare di opportune deleghe gli HRBP;
eliminare, nelle realtà del Gruppo, la frammentazione dei presidi del Personale (ad esempio CIB,GBS,PRIVATE, F&SME), riconducendo le relazioni ad una unica sostanziale titolarità territoriale.
Inoltre, al fine di rafforzare l’interlocuzione sindacale locale, la Fisac CGIL si pone l’obbiettivo di rivedere il sistema di relazioni sindacali a livello territoriale attualmente vigente, al fine di favorire il coinvolgimento delle RSA nel processo di costruzione e tenuta degli incontri semestrali da effettuarsi a livello di Area Commerciale.

L’Assemblea Congressuale ha sollevato costantemente gli elementi di forte criticità presenti sulla Rete: pressioni commerciali, formazione professionale, mobilità territoriale, flessibilità in ottica conciliativa e politiche degli orari oltre alle già evidenziate problematiche relative a inquadramenti e part time.

La Fisac CGIL si presenta all’appuntamento dell’Assemblea Congressuale con una crescita percentuale degli iscritti. E’ il segno più evidente della salute della nostra Organizzazione, soprattutto se si considera il mutamente generazionale e occupazionale che ha interessato il Gruppo. E’ altresì il segno che le ragioni della CGIL sono vive e che le scelte e la pratica sindacale sono in grado di connettersi in maniera articolata alle lavoratrici/ori da parte di tutto il quadro sindacale Fisac. A partire dalle RSA, che sono e rimangono la grande forza della Fisac CGIL.
E’ un patrimonio che va tutelato e valorizzato con scelte politiche e organizzative che confermino questo presupposto.


Cervia 21/10/2011


=> ORDINE DEL GIORNO SU ALCUNE QUESTIONI PREVIDENZIALI URGENTI


L’Assemblea nazionale per la costituzione del Coordinamento della FISAC-CGIL del Gruppo UniCredit, svoltasi a Cervia il 20 e 21.10.2011, condivide i contenuti del documento politico nazionale “Una storia, un presente, un futuro” e ritiene implicito che gli stessi si inseriscono coerentemente e pienamente nell’ambito delle posizioni assunte via via dalla CGIL rispetto alle questioni sindacali più generali e di quadro politico-economico mondiale, europeo e nazionale.

In tale contesto, rispetto ai ripetuti, discutibili interventi con cui le ultime manovre governative hanno inciso direttamente, in termini peggiorativi, per i titolari del sistema previdenziale pubblico, e – indirettamente (in considerazione dell’inaffidabilità ed inadeguatezza politica del Presidente del Consiglio e dei suoi ministri, con le nefaste conseguenze del cosiddetto “rischio paese”) – sulla previdenza complementare, pregiudicandone i rendimenti e mettendo in forse la stessa tenuta del cosiddetto “secondo pilastro” previdenziale, l’Assemblea nazionale costitutiva del Coordinamento di Gruppo della FISAC-CGIL di UniCredit:

►ritiene necessario che, quanto prima, dato il prolungamento della cosiddetta “finestra mobile”, cioè dell’intervallo temporale fra il raggiungimento del requisito pensionistico AGO INPS e l’effettivo percepimento della pensione (che a partire dal 2012, aumenterà di un mese all’anno fino al 1° gennaio 2014, diventando di 13 mesi nel 2012, di 14 nel 2013 e di 15 nel 2014), le OO.SS. unitarie pongano tale problematica, riverificando gli Accordi del 18.10.2010 in materia di riconoscimento del 70% di quota d’incentivo e di altre previsioni correlate rispetto a chi avesse aderito all’Opzione 1 dell’offerta di esodo volontario;

►considera urgente – alla luce delle turbolenze e problematiche inedite che stanno impattando su ogni tipologia d’investimento mobiliare dei fondi negoziali, anche quelle considerate a reddito fisso o, comunque, presenti nei cosiddetti comparti previdenziali a “minore rischio” – un «approfondimento tecnico-politico in materia di previdenza complementare» che non si limiti a coinvolgere i vertici sindacali e gli organismi statutari dei Fondi Pensione presenti nel Gruppo, ma si estenda – in termini informativi e di confronto – anche a tutta la base, sia delle OO.SS., che della categoria, nonché dei soci dei Fondi, rispetto al “che fare” in termini di possibili iniziative sindacali, alla validità o meno delle attuali strategie d’investimento e delle forme di governance dei diversi Fondi Pensione presenti nel Gruppo.

In ogni caso, l’Assemblea nazionale costitutiva del Coordinamento di Gruppo della FISAC-CGIL di UniCredit valuta che – al di là delle richiamate novità legislative in tema pensionistico e delle pessime situazioni contingenti in cui versa la previdenza integrativa – la materia della previdenza complementare debba continuare a costituire un importante terreno su cui la Fisac, unitamente alle altre OO.SS. unitarie – continui a sviluppare, in special modo nei confronti delle generazioni più giovani, iniziative sindacali non solo per rivendicare ulteriori spazi negoziali ma anche per far crescere un maggiore livello culturale complessivo della categoria.


=> ORDINE DEL GIORNO SULLA VERTENZA IN ATTO NEL GRUPPO UNICREDIT *

L’Assemblea di base degli Iscritti e delle Iscritte FISAC-CGIL svoltasi a Verona il 5.10.2011 per la costituzione del Coordinamento Aziendale di UniCredit S.p.A.:

ritiene importantissima la vertenza nazionale avviata il 2 settembre dalla Fisac e dalle altre OO.SS. unitarie del primo tavolo in tutte le aziende del Gruppo UniCredit;

condivide in pieno tutte le motivazioni che stanno alla base di tale mobilitazione;

considera fondamentale non disperdere lo sforzo messo in campo anche dalle R.S.A. locali per ritessere il collegamento e stimolare il coinvolgimento della categoria attraverso le oltre trenta assemblee svolte in due settimane nel territorio veronese;

sottolinea la necessità che la «consapevolezza» e lo «stato d’animo collettivo» emersi dalla notevole partecipazione numerica e dal dibattito assembleare non vengano dispersi per eccessiva disponibilità verso aperture aziendali che potrebbero dimostrarsi solo tattiche. Al riguardo, perciò, risulta quanto mai inevitabile una costante informazione, collegamento e dialettica fra vertici sindacali e strutture periferiche, Iscritti e Lavoratori;

valuta indispensabile che su tutte le problematiche poste alla controparte vi sia un forte impegno unitario atto a produrre riposte e risultati tali da continuare a tutelare adeguatamente i Colleghi e le Colleghe, secondo principi di equità, unità e solidarietà;

s’impegna a sostenere ogni iniziativa che le Segreterie di Gruppo e Aziendali delibereranno rispetto allo stato di agitazione, invitando a non trascurare la possibilità di mobilitazioni articolate a livello territoriale/aziendale e l’esigenza di porre la giusta attenzione al coinvolgimento della clientela, degli altri “portatori d’interessi” rispetto al Gruppo (es. Fondazioni) e dell’opinione pubblica;

nel prendere atto del mutato atteggiamento datoriale nei confronti dei Lavoratori e delle Lavoratrici, nonché dei loro rappresentanti, evidenzia la necessità di contrastarlo unitariamente con convinzione e determinazione: in tal senso, auspica da parte di tutte le OO.SS. un chiaro cambio di passo che ci permetta di non dover continuamente rincorrere l’Azienda sulla sua agenda ma di definire un nostro programma d’iniziative, stabilendone sia le priorità che il relativo calendario.


Approvato all’unanimità dei presenti


=> Ordine del giorno approvato dall’Assemblea Costitutiva del Coordinamento di Gruppo Fisac CGIL del Gruppo UniCredito



Le donne di UniCredito apprezzano il lavoro svolto dalla Segreteria Nazionale e dalle Segreterie uscenti che ha portato finalmente il rispetto quasi integrale della norma antidiscriminatoria nella composizione dei gruppi dirigenti.

La presenza di compagne e compagni che a breve raggiungeranno il requisito della pensione, uscendo quindi dalle Segreterie, sarà un’opportunità che potrà essere utilizzata per riequilibrare e valorizzare la presenza delle donne, anche dal punto di vista del peso dei ruoli ricoperti, nell’ottica del raggiungimento della quota del 50% che è il nostro prossimo obbiettivo.

Chiediamo che questa Assemblea vincoli, ove possibile, le nuove Segreterie al rispetto delle quote all’interno delle delegazioni trattanti.

Cervia 21/10/2011

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