L’ incontro svoltosi a Verona in data 08/05/2009 tra le OO.SS. e l’Azienda è stata l’ennesima dimostrazione dell’indisponibilità della parte datoriale a fornire risposte concrete sulle problematiche oggetto di confronto (CARICHI DI LAVORO; USO DEL GESTIONALE EPC; C.I.A.; SISTEMA PREMIANTE).
Le assemblee dei lavoratori tenutesi a Roma Napoli e Verona hanno sostanzialmente visto emergere un malcontento generale in relazione al vigente clima ed agli argomenti sopra riportati, confermando in ciò quanto ripetutamente evidenziato all’Azienda dalle OO.SS. scriventi.
In considerazione di ciò le OO.SS. Aziendali, in data 22/5/2009, hanno inviato formale diffida all’Azienda avente per oggetto:
USO DELLA PROCEDURA GESTIONALE EPC
Il cui testo di seguito integralmente riportiamo:
In ordine alle nostre richieste di:
-> inibire, salvo eventuali eccezioni espressamente autorizzate, l’accesso alla procedura gestionale EPC da parte dei dipendenti fuori dalle sedi aziendali e dall’orario di lavoro (ordinario e straordinario consentito), allo scopo di eliminare prestazioni di lavoro aggiuntive “a nero” da parte di “volenterosi” e “desiderosi di ben figurare”;
-> tarare la citata procedura EPC sul calendario lavorativo e non su quello solare, al fine di evitare la generazione di indebite ed errate segnalazioni di ritardo, poiché la procedura, come noto, conta anche sabati, domeniche e festività infrasettimanali,
la delegazione di UniCredit Credit Management Bank in data 8 maggio c.a. – dopo che nelle ultime occasioni di incontro con le scriventi OO.SS. aveva manifestato una apertura sulla tematica in parola, riservandosi di effettuare talune verifiche tecniche sulla fattibilità e sui costi degli interventi di cui sopra da tempo richiesti – sciogliendo la riserva, ha precisato di non volere apportare alcuna modifica informatica nel senso richiesto, ritenendo idonea l’attuale normativa.
Per puro tuziorismo rammentiamo a noi stessi che con normativa del 16 aprile 2008 (n. 18/2008), richiamando la comunicazione n. 2001-17, UCCMB – dopo che le OO.SS. Aziendali avevano per la prima volta in data 2 aprile 2008 sollevato la problematica, avanzando formalmente la richiesta di inibizione di cui trattasi – ha confermato che “eventuali collegamenti al sistema gestionale EPC da parte del personale dipendente fuori dall’orario lavorativo e nei giorni festivi, dovranno essere preventivamente autorizzati dal Responsabile della struttura di appartenenza e dopo aver sentito il Responsabile Area Personale”, non mancando di aggiungere che “saranno valutate eventuali mancanze nel rispetto della presente normativa”. E’ di tutta evidenza, e lo abbiamo ripetutamente sostenuto, che la “soluzione” prospettata dall’azienda è elusiva della problematica e vagamente ricattatoria nei confronti delle organizzazioni sindacali aziendali, confidando che le predette non oserebbero investire pubbliche autorità per accertare quando e chi tra i dipendenti fuori dagli stabilimenti aziendali e dal canonico orario di servizio avesse usato la procedura EPC, stante le possibili sanzioni erogabili per la violazione di un ordine di servizio ai contravventori. E’ di altrettanta palmare evidenza che nessuna sanzione può essere erogata a chicchessia, tenuto conto degli eccessivi carichi di lavoro gravanti su tutti i dipendenti, principale causa dell’uso sfrenato e sconsiderato fuori dell’orario di lavoro ed al di fuori degli stabilimenti della banca di EPC, oggetto di numerosi incontri e scontri con le OO.SS., della tolleranza dimostrata dall’azienda per i “trasgressori” e soprattutto del controproducente, a nostro avviso, interesse a non aumentare consistentemente gli organici, qualora fosse stata accolta la richiesta sindacale, riportando a condizioni di vivibilità la prestazione lavorativa di tutti i colleghi.
Alla negativa risposta formulata nell’incontro dell’8 maggio dalla delegazione di cui sopra è detto, le scriventi OO.SS. hanno replicato che, stante anche il tempo trascorso dalla prima richiesta in proposito (2 aprile 2008), previo invio di una formale lettera di diffida a UCCMB ed alla Capogruppo – Divisione GBS, avrebbero presentato un esposto all’Ispettorato del lavoro, riservandosi l’esperimento di ogni altra azione legale utile.
E’ nostra convinzione, infatti, che la prestazione lavorativa, compresa quella straordinaria, da parte del personale dipendente deve essere eseguita presso gli stabilimenti dell’azienda e con i mezzi – fissi, tecnologici e quanto altro – messi a disposizione dal datore di lavoro. Conseguentemente deve essere apposto il blocco all’accesso alla procedura EPC, da parte del personale dipendente, da postazioni diverse da quelle di lavoro aziendali ed in orari diversi da quelli di servizio, comprensivi delle eventuali prestazioni straordinarie o aggiuntive, rispettose delle limitazioni di legge e di contratto in materia. La diversa modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, come quella di cui trattasi, non può che essere inquadrata nell’istituto del telelavoro, di cui all’art. 32 CCNL 08/12/2007, ma non riguarda il personale dipendente con modalità tradizionali di codesta società.
La gravità della questione concerne infine due aspetti che desideriamo evidenziare:
-> abbiamo fondati motivi per ritenere, dalle notizie raccolte presso i lavoratori di ogni ordine e grado di UCCMB, che l’accesso alla procedura EPC fuori dagli orari di servizio, comprensivi di eventuali prestazioni aggiuntive (di sabato, di domenica, in piena notte e durante le festività infrasettimanali) e fuori dagli stabilimenti della banca non solo avviene “a nero” da parte di “volenterosi” e “desiderosi di ben figurare”, ma anche di personale in ferie, in malattia ed in maternità;
-> in tutte le altre società del Gruppo UniCredit non è consentito a nessun dipendente di accedere al di fuori dei locali della banca o della società strumentale o di servizi alla procedure informatiche gestionali.
Tanto premesso e ritenuto, avuto riguardo
– al lungo tempo trascorso dalla originaria richiesta di inibire l’accesso alla procedura EPC al personale dipendente al di fuori dagli stabilimenti della banca ed al di fuori dagli orari di servizio, comprensivi di eventuali prestazioni aggiuntive, senza pervenire ad alcun accordo;
– alla gravità delle violazioni di legge e di contratto, che vengono perpetrate per il mancato accoglimento della richiesta;
– al costo di modifica della procedura informatica, che da quanto ci risulta, è estremamente contenuto,
=> D I F F I D I A M O <=
UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK dal perseverare nel rifiuto di apportare le modifiche richieste alla più volte citata procedura gestionale EPC, preavvisando che, nostro malgrado, trascorsi 30 giorni da oggi, senza che UCCMB abbia provveduto alle implementazioni informatiche necessarie, interesseremo della questione, con un dettagliato esposto le Direzioni Provinciali del Lavoro, riservandoci l’esperimento di ogni altra azione legale utile successiva.
Nella speranza di evitare un inutile contenzioso, restiamo in attesa di un Vostro cenno di risposta, che non sia elusivo o dilatorio.
Vi terremo puntualmente informati sui prossimi sviluppi
28/5/2009 LE OO.SS. DI UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK
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