Organici rete Banco di Sicilia

A distanza di alcuni mesi dall’adozione del nuovo modello distributivo e dal carve out, il disagio dei lavoratori del Banco di Sicilia continua ad aumentare sempre di più e tra gli stessi sta dilagando un senso di diffusa precarietà e di attesa di ulteriori cambiamenti che si immaginano ancora più negativi di quelli già verificatisi.
In una parola quello che serpeggia è una sfiducia generalizzata, causata da una Azienda percepita sempre più lontana, da condizioni di lavoro oppressive e soffocanti, da un futuro incerto di cui non si intravede l’orizzonte organizzativo.
Questa valutazione che potrebbe apparire “di parte”, viene confermata dai risultati della PEOPLE SURVEY, (di cui attendiamo i dati disaggregati delle 3 Banche Retail e in particolare della nostra Banca per fare un ragionamento più approfondito), da dove risultano che elementi pregnanti della coesione organizzativa come la ” leadership” risultano essere tra gli ultimi posti per risposta, ed altri elementi come la “chiarezza di scopi ed obiettivi” e la “fiducia nella banca”, sono in netto peggioramento rispetto all’anno scorso.
Assurdo appare, a tal proposito, l’addebito ai vari Direttori di Territorio di siffatti risultati negativi, come se i Direttori delle Direzioni Commerciali fossero esenti da qualsivoglia colpa; ma si sa, quando le cose vanno male la colpa è sempre di chi sta “sotto”.
In questo contesto, ad appesantire ulteriormente il clima interno e le condizioni operative delle lavoratrici e dei lavoratori, si inserisce la problematica sin qui negata della carenza di organico della rete, che rischia di diventare una vera e propria emergenza nell’imminenza del periodo estivo.
Le Filiali, infatti, scontano gli effetti dei prepensionamenti che, in alcune realtà, soprattutto di provincia, stanno aggravando in maniera significativa la già preesistente insufficienza di addetti, soprattutto di front-office, mettendo in seria difficoltà l’operatività delle agenzie.
Mentre si discute di dare attuazione all’accordo del 4 Dicembre – che va letto nel suo insieme e non soltanto per quel che l’Azienda intende utilizzare, ipotizzando inopportuni trasferimenti su base collettiva (? ) presso i cosiddetti “centri di Multipolarità”, attivati in alcuni capoluoghi di Provincia (in atto solo presso la piazza di Palermo) – abbiamo Filiali che operano con un solo cassiere e altre sotto organico di una o due risorse.
Gli ATM evoluti, che dovevano rappresentare lo strumento “magico” attraverso cui liberare risorse dal front-office per rinforzare i ruoli commerciali, allo stato attuale non hanno fatto registrare sostanziali decrementi nell’attività svolta dagli operatori di cassa e anzi l’hanno aggravata, in quanto gli stessi devono provvedere al regolare funzionamento delle macchine delle meraviglie.
I ritmi operativi continuano ad essere invivibili e il ricorso al lavoro straordinario rappresenta una necessità e una costante per potere assicurare alla clientela un servizio quanto meno adeguato ai normali standard.
A tal proposito denunciamo (in attesa di intervenire concretamente ) l’atteggiamento da “caporale di giornata” di qualche Direttore di Territorio, al quale probabilmente sfugge che i lavoratori hanno diritto al rispetto della loro dignità personale e professionale, che sono tutelate dalla legge, che spalleggiato da qualche ROL, altrettanto inadeguato al ruolo, “strapazza” in mala maniera il personale del proprio territorio, reo di aver fatto ricorso (reclamandone giustamente il pagamento) al lavoro straordinario a fronte di non rinviabili necessità operative.
Rileviamo, inoltre che anche in altri comparti, sia di Direzione Commerciale che dei CPI e Business Easy, i previsti dimensionamenti risultano assolutamente insufficienti rispetto agli adempimenti assegnati e ai compiti espletati da queste strutture
In particolare per quanto riguarda i CPI , in cui si coagulano problematiche di vario genere, i ritmi lavorativi sono talmente stressanti da indurre qualche consulente e assistente a pensare seriamente di cambiare ruolo. Il rischio concreto, non tanto remoto, è una defezione di massa.
Se non si vuole fare fallire prima del tempo questo progetto che, a nostro avviso comunque mal si adatta alle specificità del territorio siciliano, bisogna rivedere al rialzo il numero degli addetti delle strutture operative, per consentire una maggiore assistenza, che sia davvero di alta qualità, alla clientela.
Il problema degli organici va affrontato e gestito in un’ottica che non può essere improntata soltanto alla riduzione di costi, piuttosto avendo come obiettivo il miglioramento del servizio offerto alla clientela, il mantenimento di “normali” condizioni operative per i lavoratori creando anche le condizioni di un turn-over tra gli stessi.
Dal canto nostro ci adopereremo perché sia questo il percorso seguito, affinché i lavoratori abbiano garantito il rispetto delle loro professionalità e il diritto ad operare in condizioni di vivibilità e serenità.

Palermo, 3 Giugno 2009

LA SEGRETERIA DI CORDINAMENTO

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