LA CONVERGENZA DEL CREDITO SU PEGNO

Basta entrare nel salone di cassa degli sportelli di credito su pegno ed aggirarsi tra la clientela vociante ed esasperata dai lunghi tempi di attesa, per rendersi conto di come la convergenza abbia peggiorato notevolmente le condizioni e le modalità di lavoro di tutto il comparto.
Alcune novità introdotte, come il blocco dei rinnovi a tre anni, con l’attività connessa di “spegno”/pegno, unitamente a modifiche di lavorazioni (ad es. i riscatti delle polizze), stanno determinando un allungamento dei tempi della singola operazione, oltre che un considerevole aumento del numero delle stesse, che ha ovviamente, come diretta ricaduta, un surplus di lavoro e di coda agli sportelli.
In particolare è diventato estremamente farraginoso il riscatto delle polizze: prima della convergenza bastava che il cassiere digitasse il riscatto del pegno ed automaticamente in tesoro arrivava la stampa con data e n° di polizza; a quel punto era sufficiente prendere il pegno e mandarlo alle casse per concludere l’operazione. Tutto molto semplice.
Ma ora , tutto questo non avviene più, è arrivata la convergenza!
In tesoro non arriva più alcuna segnalazione automatica ma per estrarre i pegni è necessario effettuare d’iniziativa continui inquiry sui riscatti intervenuti, con la conseguenza che, anche al tesoro, necessitano il doppio delle risorse adibite in precedenza.
Anche per quanto riguarda la modalità che oggi impone il blocco dei rinnovi a tre anni, applicata senza gradualità in una realtà come la nostra in cui esistono polizze emesse più di dieci anni fa, ha complicato tutto e collassato il sistema.
Sarebbe bastato scaglionare nel tempo l’attuale blocco, bloccando le polizze gradualmente e non già tutte insieme, come invece sta avvenendo adesso. A ciò si aggiunga che per applicare tale modalità si riduce il numero dei periti disponibile per la normale attività di stima, con ovvia riduzione della produttività del comparto.
Alle criticità sopra evidenziate si assommano inoltre quelle rivenienti dalle imminenti modifiche dell’assetto organizzativo riguardanti ad esempio la soppressione della figura del Coordinatore del Comparto Amministrazione, la cui presenza ha consentito di assicurare la sostituzione del Responsabile Operativo, oltre che la continuità di presidio direttivo nei turni pomeridiani e nelle aste speciali.
Nel frattempo registriamo che la redditività del comparto, da sempre “gallina dalle uova d’oro” del Banco di Sicilia, è in caduta libera. Perdiamo quotidianamente clientela, esasperata dai vari disservizi e dalle lunghissime attese, e da tempo non si fanno più le aste da cui provenivano i maggiori introiti.
Inoltre, con la nuova portafoliazione, la redditività delle operazioni viene attribuita al gestore, e quindi all’Agenzia che ha in carica il cliente, anziché allo sportello di credito su pegno che esegue l’operazione.
Se a tutto ciò si aggiunge che la struttura è stata classificata “sportello di fascia C “, con le relative conseguenze sul sistema META e sulla mancata attribuzione del ruolo chiave, la diretta conseguenza che se ne ricava è che, come in questo caso, “integrazione” fa sempre più spesso rima con “ penalizzazione”.
Vogliamo a tal proposito ricordare a chi di competenza che il sistema di lavoro esteso a tutto il perimetro Unicredito è quello in uso in Banca di Roma, tarato esclusivamente per quella realtà e per un’organizzazione del lavoro completamente diversa dalla quella in essere presso il Banco di Sicilia, e che coerenza organizzativa avrebbe voluto che la stessa venisse modificata per renderla funzionale e funzionante, considerato anche che in Sicilia, a differenza che a Roma, esiste la Banca concorrente.
Giorno 19 p.v. si avvierà a livello di Gruppo il tante volte richiesto e rimandato confronto sulle problematiche del credito su pegno: daremo voce, in quella sede e in quella circostanza alle criticità e al forte senso di disagio vissuto dalle lavoratrici e dai lavoratori del comparto oltre che dalla clientela .
Per evitare che la riorganizzazione del comparto del credito su pegno sia il “remake” di quanto già vissuto per i Nuclei di Tesoreria , chiederemo all’Azienda di intervenire rapidamente ed efficacemente per mettere in condizione una struttura abituata a conseguire risultati di eccellenza di potere quantomeno funzionare normalmente .

Palermo 14/11/2008 SEGRETERIA DI COO

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