Incontro con l’Amministratore Delegato di UniCredit Corporate Banking

Nell’ultimo anno e mezzo Unicredit Corporate Banking ha attuato significativi cambiamenti di assetti e strategie.

Con il Progetto Crescita Ricavi del gennaio 2007 si è operata una ulteriore e più marcata segmentazione della clientela attraverso la ridefinizione dei presidi di portafogli e delle peculiarità dei Gestori.
Il Managerial Big Bang avviato a fine gennaio di quest’anno ha invece dato il via, sul piano commerciale, all’operazione di fusione con la parte di “mondo corporate” afferente al perimetro di Capitalia, prevista per il prossimo 1 novembre, avviando così una fase di crescita dimensionale che porterà la banca dagli attuali 3900 a quasi 6000 addetti.
Agli inizi di questo mese abbiamo appreso i contenuti del Piano Triennale 2008-10 varato da Capogruppo i cui contenuti sono stati riportati nel comunicato a cura delle OO SS di Gruppo datato 11 luglio.

Il Piano Triennale diventa così un punto di sintesi della recente storia e del futuro che ci attende. In questo senso l’incontro svolto a Milano il 16/7 con il sig. Ogliengo, responsabile della Divisione Corporate ed Amministratore Delegato della banca, aveva il particolare significato di attualizzare i contenuti del Piano Triennale e interpretare gli orientamenti di scenario utili, dal punto di vista sindacale, per la prossima fase.
Nella sua illustrazione l’A.D. ha confermato lo stato di salute della divisione corporate nelle tre “core countries” Italia, Austria e Germania (l’Italia rappresenta in questo aggregato la metà del volume d’affari), soddisfacente nel contesto la posizione di Unicredit che risulta essere primaria rispetto ai mercati, leader europeo in quanto a ricavi e con caratteristiche di eccellenza nei parametri solitamente presi a riferimento per le comparazioni.
La strategia espansiva dovrà, secondo l’Amministrazione, essere orientata con un’ottica di qualità del credito, di un miglioramento continuo dei processi, di controllo dei costi operativi.
In alcune aree questi miglioramenti sono particolarmente attesi e riguardano:

-> la vendita dei servizi. L’attività creditizia dovrà essere accompagnata in maniera sempre più sostenuta da un’offerta di servizi che a partire dal Large Corporate, dovrà assumere un carattere distintivo nella più complessiva attività commerciale. E’ in previsione una formazione specifica per i gestori a sostegno di questo processo;

-> G.A.M. (Global Account Manager). Questo sistema di gestione della clientela è uno dei progetti più importanti a livello di Gruppo e prevede un unico gestore per ogni cliente sovranazionale in ognuno dei 23 Paesi dove il Gruppo è presente;

-> le Product Factory. Saranno ulteriormente sviluppate. Dopo l’unificazione in 16 Paesi di tutte le attività di Leasing si punta, attraverso il Global Transaction Banking, a linee di prodotto unificate per cash management, export finance e trade finance. Si continuerà ad investire sul sistema informatico e ciò produrrà, relativamente al cash management, un’unica piattaforma informatica nel 2010 in sostituzione delle attuali 40 per regolare bonifici e incassi.
Alla Divisione Corporate il Piano Strategico richiede una crescita ipotizzata tra il 5,5% e il 6%. Un dato non da poco se si tiene conto che la crescita media del mercato è prevista al 2/3%.

Il quadro della situazione così delineato è oggetto di grande interesse da parte del Sindacato. Le implicazioni che ne discendono sia di natura strategica che di scelte gestionali implicano effetti, sulle cui ricadute si dovrà porre la massima attenzione.

In relazione agli obiettivi strategici, nel corso dell’incontro, abbiamo posto in evidenza tre questioni:

-> la crescita prevista è un obiettivo (6%) particolarmente “sfidante” vista la fase di vera e propria crisi dei mercati e di debolezza economica;

-> il sistema imprese, in particolare in alcuni settori e distretti industriali, diffusamente nel Mezzogiorno, è in netta difficoltà;

-> il previsto forte controllo dei costi non può avvenire con una logica di tagli sulle condizioni economico-professionali delle lavoratrici e lavoratori.

Riguardo alla struttura di UCB ci sono due situazioni critiche che attendono ormai da troppo tempo una chiara soluzione. La prima è il Settore Pubblico che sta vivendo una fase di incertezza nei suoi assetti. La seconda è il Large Corporate che, fin dalla sua istituzione con il Progetto Crescita Ricavi, ha operato con problemi organizzativi tutt’ora irrisolti.
Su entrambe queste strutture l’Azienda ha ribadito la validità delle scelte istitutive dichiarando che per il Settore Pubblico sono in corso analisi alla luce delle opportunità rivenienti dall’operazione Capitalia dove opera il corrispettivo MCC, mentre per il Large Corporate le soluzioni per un miglior funzionamento sono attese entro la fine dell’anno.

Infine l’incontro è stata l’occasione per ribadire alcune questioni che attengono agli indirizzi e alla struttura del sistema incentivante:

-> la necessità che il MBO sia maggiormente legato alle strategie commerciali di medio-lungo periodo;

-> miglior conoscenza delle modalità che configurano la customer satisfaction. Su questo punto l’Azienda si è resa disponibile ad uno specifico approfondimento.

In tema di Sistema Premiante ricordiamo che il nostro Contratto Integrativo, sottoscritto nel 2007, contiene, rispetto al CCNL, una possibilità ulteriore di confronto che prevediamo si aprirà in tempi brevi.

Verona, 4 agosto 2008

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