Nel corso di un incontro tenutosi il 31 Gennaio, la Direzione di UPA ci ha comunicato due novità, relative a Cologno: una (forse) buona, una sicuramente cattiva.
Cominciamo dalla (forse) buona notizia. A brevissimo partirà un progetto pilota per l’acquisizione da Unicredit Banca delle attività collegate all’accensione dei conti Genius on line per nuovi clienti.
Al momento l’attività, inserita nella BL Branch Back Office, occuperà 6 colleghi (3 full-time rivenienti dai Finanziamenti/ “riclassificazione dei bilanci”, 1 part-time del Credoc, 1 full-time ed un part-time di Gestione Banche). E’ impossibile fare ipotesi sullo sviluppo futuro della nuova attività: la campagna promozionale di Unicredit Banca è agli inizi e i risultati saranno da verificare.
Passiamo alla cattiva notizia. Entro Aprile, l’attività di Ripianamento Conto Nostro dell’ufficio Regolamenti all’Ingrosso (attività che al momento occupa 5 lavoratori) verrà trasferita a Bucarest. Milano acquisirà da Verona l’attività di Cot (Contingency team) che occuperà 2 colleghi; a loro volta i colleghi veronesi si riconvertiranno sul Cot degli OTC; i restanti 3 colleghi di Milano verranno riconvertiti nell’ambito della medesima BU, ovviamente a scapito di 3 colleghi somministrati (gli ex interinali) messi alla porta.
Tre sono le cose da notare. Primo: il perimetro italiano di UPA perde un’attività professionalmente qualificata. E pensare che, sulla sua permanenza in Italia, erano state spese più volte parole rassicuranti! Secondo: non si vedono giustificazioni diverse da quella che da subito abbiamo denunciato per operazioni di questo genere: mero risparmio sul costo del lavoro, alla faccia dei continui bla-bla sull’eticità di UPA e del Gruppo. Terzo: chi paga sono sempre i giovani lavoratori somministrati, l’autentico parafulmine sul quale si scaricano (per ora) le tensioni.
A questo proposito, vogliamo ricordare che la progressiva riduzione dei lavoratori con contratto di somministrazione è parzialmente compensata dall’utilizzo di lavoratori “in stage” formativo a seguito di convenzioni con varie Università.
Le convenzioni per l’assunzione dei lavoratori “in stage” prevedono l’obbligo di una attività prevalentemente formativa; stiamo verificando se, nella realtà l’utilizzo che l’azienda fa di questi lavoratori non sia prevalentemente di altro genere, con adibizione ad attività di lavoro a basso contenuto professionale ed elevato risparmio economico.
Facendo la somma algebrico-politica delle due operazioni (quella “forse buona” e quella”sicuramente cattiva”), le ultime di una serie infinita che sta progressivamente svuotando il perimetro Italia di UPA, non possiamo che ripetere la valutazione che da tempo andiamo sostenendo: in molti casi escono attività certe e ad alto contenuto professionale ed entrano attività incerte e frammentate il cui contenuto professionale è tutto da verificare.
Le organizzazioni Sindacali hanno infine sollevato un problema che potrebbe rivelarsi di estrema gravità.
Abbiamo avuto notizia che sarebbero in arrivo da Bucarest 4 colleghi rumeni destinati ad abbattere le rimanenze createsi nel reparto CVS dell’ufficio IPE.
Precisiamo da subito che si tratta di attività completamente appartenenti al perimetro Italia, di recente acquisite dall’ufficio a compensazione di attività trasferite a Bucarest.
Siamo di fronte ad un autentico e pericoloso salto di qualità: l’utilizzo di manodopera sottopagata (secondo gli standard italiani) non più in affiancamento per attività da trasferire, ma in produzione per attività assolutamente ordinaria. Ricordiamo anche che sono presenti nell’ufficio lavoratori somministrati che potrebbero benissimo svolgere la mansione (e sarebbero felici di farlo), ma della cui proroga non si vuole nemmeno parlare.
Se la notizia ci venisse confermata, non potremmo che attivare le Segreterie di Gruppo e i nostri rappresentanti nel costituendo CAE (Comitato Aziendale Europeo: l’organismo di rappresentanza sovra-nazionale dei lavoratori di UniCredit Group) per contrastare un’operazione che, proiettata sul futuro, potrebbe avere effetti devastanti.
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