Sarà la traduzione della famosa affermazione per cui “i dipendenti sono il più importante asset di Upa”.
Sarà che, per sostanziare l’altrettanto famosa affermazione “le nostre porte sono sempre aperte”, si è cominciato col chiudere anche gli sportelli.
Sarà un messaggio mandato alla faccia di chi, nella discussione sulla “carta di integrità”, chiedeva maggiore trasparenza.
Sarà che si è deciso che il grigiore, l’anonimato e la separazione perfino fisica tra i lavoratori devono averla vinta per forza.
Sarà che i pesciolini dell’acquario non sopportavano più il via vai degli umani.
Sarà quello che volete voi, ma intanto lo sportello del Personale al primo piano non c’è più.
La mail con la quale si annunciava che il flusso elettronico, potente strumento di modernità, veniva giudicato preferibile al rapporto umano finiva persa non si sa dove e arrivava in molti uffici con la puntualità delle lumache. Ottimo biglietto di presentazione!
In nessuna riga della prima comunicazione si diceva che lo sportello doveva essere chiuso, così che anche i più informati continuavano a cercarlo e, non trovandolo, si aggiravano nel corridoio col timore che saltasse fuori qualcuno a comunicare che eri finito su una candid camera.
Dopo un contact center che sarebbe meglio chiamare de-contact center, ora uno sportello del Personale spersonalizzato e senza personale. Ci sono altre novità in vista? Tanto vale che ce lo dicano subito.
Crediamo che questa attuata ora sia una innovazione sbagliata perfino sul piano della ricerca di efficienza: quante cose si dicono e si risolvono parlandosi, invece che scrivendosi e-mails che finiscono con l’attorcigliarsi su sé stesse, spesso improduttive ed inutili?
Sicuramente è una innovazione sbagliata sul piano dei rapporti umani, spesso trattati in brillanti tavole rotonde e dotte disquisizioni, ma così poco praticati nella quotidianità.
Noi del Sindacato, che siamo notoriamente rivolti con la testa all’indietro, scegliamo di continuare a parlare con i lavoratori guardandoci negli occhi: e non solo in road-show senza contraddittorio, tanto sfarzosi quanto in evidente contrasto col comune sentire dei colleghi che hanno ben altro per la testa.
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