Ha avuto luogo, il 10 novembre, il primo incontro, previsto dalle vigenti disposizioni di Legge e di Contratto, per il trasferimento di rami d’Azienda alla nuova società “2S Banca”.
La Direzione del Gruppo ed il responsabile del progetto non ci hanno fornito elementi nuovi e significativi di conoscenza ed, anzi, su diversi aspetti l’informativa è apparsa alquanto lacunosa. Sono state riconfermate le motivazioni generali e l’impianto complessivo dell’operazione: i tempi di avvio (1 gennaio 2006), il numero dei lavoratori coinvolti (47 a GIS, 270 in UPA, 57 a Pioneer) e la conferma della cessione di “2S Banca” ad un player tuttora misterioso.
Da parte nostra abbiamo ancora una volta sottolineato l’assoluta contrarietà alla cessione di 2SBanca, argomentandola sotto diversi profili:
– la messa in discussione delle tutele occupazionali e normative;
– l’affossamento dell’identità di Gruppo;
– l’estrema pericolosità di un processo che espelle dal Gruppo tutto ciò che, di volta in volta e per le più differenti motivazioni, potrebbe non essere più considerato core business.
Abbiamo anche contestato l’iniziativa sotto il profilo della sua opportunità industriale.
Le cifre forniteci sugli assets amministrati, infatti, collocano il Gruppo Unicredit/HVB in posizione nettamente inferiore (ma questo è ovvio) rispetto ai colossi americani JP Morgan, State Street, Citicorp e Bank of New York, ma anche in posizione non particolarmente distante dagli altri grandi Gruppi europei, fatta eccezione per BNP, Crèdit Agricole e SG che ci sopravanzano, pur in misura diversa.
Appare dunque incomprensibile, anche sotto l’aspetto del business, che si scarti a priori la possibilità, per il nostro Gruppo, di misurarsi su questo terreno ad armi pari con analoghi Gruppi europei, da protagonista e non da comparsa, forte di una capacità imprenditoriale che non è mai mancata ma che, in questa circostanza, si è preferito accantonare alla luce di un disegno di corto respiro.
Tanto meno appaiono convincenti le motivazioni addotte per la costituzione di Banca 2S. Unicredit ne giustifica la scelta con la necessità di aggregare processi produttivi frazionati in tre diverse Società (Holding, UPA e Pioneer) per renderli più efficaci, per innalzare i livelli di servizio ed offrire così al mercato una proposta interessante. Ma, subito dopo, vende al miglior offerente il “gioiellino” così creato. I conti non tornano.
Non vogliamo fare invasioni di campo: le scelte strategiche industriali sono competenza del management.
Ma non possiamo non ricordare che, per quanto concerne le Relazioni Sindacali, con questa iniziativa aziendale si rischia di azzerare nei fatti quanto di positivo si era fin qui costruito.
Le notizie, apparse su alcuni organi di stampa il giorno successivo a quello dell’inizio della trattativa, secondo le quali si vuole siglare entro la fine dell’anno la vendita della banca depositaria per realizzare “significative plusvalenze”, introducono nuovi, gravi motivi di tensione sui quali sarà opportuno riflettere per assumere decisioni conseguenti.
Sulla base di tutte queste considerazioni e della persistente volontà aziendale di cedere lavoratori e Società, le scriventi Organizzazioni Sindacali si riuniranno per definire le forme di gestione della trattativa e le modalità di allargamento a tutto il Gruppo della mobilitazione che, dalle assemblee al presidio di Cologno, dallo sciopero del 28 ottobre alla manifestazione in Piazza Cordusio, dalla restituzione di massa della lettera di presentazione dell’aggregazione con HVB alla dichiarata volontà di non partecipare al road-show sui Titoli indetto per il 29 novembre, ha fin qui interessato le sole tre Società direttamente coinvolte dal processo di costituzione di 2S Banca.
Le strutture sindacali aziendali e territoriali del Gruppo sono impegnate a promuovere, su questa tematica di così evidente interesse generale, assemblee di coinvolgimento di tutti i lavoratori.