Alla vigilia dello sciopero del 28 ottobre, indetto contro la cessione della Banca Depositaria e del back office dei Titoli, ne ricordiamo brevemente le motivazioni:
=> la cessione smentisce lo spirito di appartenenza e di identità di Gruppo, progetti sui quali il management di Unicredit afferma di credere molto;
=> se esiste un problema di liquidità, questo nasce dal progetto di integrazione con HVB e può e deve essere affrontato percorrendo strade diverse. Il progetto, di notevole spessore, è contrassegnato anche da ricadute occupazionali pesanti, in Italia, in Germania, in Austria e nei Paesi della New Europe. La perdita di posti di lavoro si aggiunge a quella derivata dal Piano Industriale, le cui conseguenze sulle condizioni di vita e di lavoro sulle Reti italiane abbiamo ripetutamente denunciato;
=> l’individuazione di Banca Depositaria come attività non core business apre la porta ad un processo, che può diventare inarrestabile, di ulteriori esternalizzazioni anche di altre Aziende del Gruppo. A chi toccherà domani essere messo alla porta?
=> l’uscita dal Gruppo può significare la perdita della sicurezza del posto di lavoro e di trattamenti economici e normativi importanti, frutto dell’impegno solidale di tutti. Altro che “nuove opportunità di crescita professionale”! Per favore: basta con le favole;
=> per UPA, in particolare, la esternalizzazione dell’attività dei titoli somma i suoi aspetti negativi a quelli, già pesanti, della delocalizzazione in Romania di numerose attività.