In data 12 aprile si è tenuto l’incontro sulle Tesorerie, così come previsto dall’accordo del 21 gennaio 2004.
La Direzione di UPA ha tracciato un consuntivo di quanto accaduto nel corso del 2004. Sono stati illustrati i tre principali settori di intervento: la formazione (come previsto dall’accordo sindacale dell’aprile 2004), il consolidamento della struttura (con l’individuazione delle 4 aree di Trento, Torino, Verona e Perugia cui fanno riferimento i diversi uffici di tesoreria presenti nelle diverse aree geografiche) e l’accentramento delle attività (dal Sud a Torino e Perugia, ma non solo). La PU Tesorerie può oggi dunque contare su oltre 400 lavoratori, provenienti in parte dai precedenti presìdi autonomi di UPA e in parte dai conferimenti della Rete. La riarticolazione in Uffici ha consentito circa 15 promozioni ai ruoli di coordinamento.
Unicredit Banca ha, da parte sua, presentato un bilancio (che ha definito “estremamente positivo”) su tre punti. Primo: consolidamento dei precedenti contratti, riconfermati nella misura dei 2/3. Secondo: nuove gare vinte (oltre la metà di quelle cui si è preso parte) con un approccio focalizzato al business. Terzo: acquisizione di importanti Enti pubblici. Le perdite riguarderebbero dunque prevalentemente Enti di minore dimensione. La riconfermata strategicità del business-tesorerie trova traccia significativa nel bilancio del Gruppo e nella crescita dei volumi gestiti.
UPA ci ha successivamente comunicato che, in linea con la propria mission di efficientamento, intende procedere alla chiusura di alcuni uffici di Tesoreria. Si tratta di Agliè, Chieri e None, con accentramento del lavoro a Torino, in tempi relativamente brevi; di Forlì e Ravenna, con accentramento del lavoro a Bologna, in tempi un po’ più lunghi; di Aosta, con accentramento a Torino, comunque entro la fine dell’anno. Tranne che per Chieri e None, ai lavoratori verrà offerta la doppia opzione di “seguire” il proprio lavoro o di essere riallocati presso la più vicina struttura della Banca di origine.
Abbiamo contestato questa posizione, che appare formalmente in linea con quanto previsto dall’art. 9 dell’accordo del 21.01.2004, ma pretende di interpretarlo e gestirlo in modo discrezionale. Tre sono le considerazioni da fare.
Primo: alcuni colleghi erano già stati intrattenuti dall’Azienda, se pur nella forma di “intervista esplorativa”, ancora prima dell’incontro del 12 e dunque senza che le Organizzazioni Sindacali, avvisate con una telefonata lampo, potessero avere il tempo materiale di interloquire con loro.
Secondo: si apre una serie di problemi che deve essere affrontata con accortezza. Problemi di trasferimento per chi intende seguire il lavoro; problemi di riqualificazione professionale per chi intende invece rientrare su una Rete soggetta a cambiamenti e tensioni forti; problemi di organico (presenti anche a fronte di un lento avvio del mandato elettronico) per le strutture che accoglieranno il lavoro degli uffici di Tesoreria soppressi.
Terzo: la perdita del presidio territoriale amplifica ed aggrava il problema di sempre, quello del rapporto con gli Enti, gestito sulla base di una divisione dei compiti tra Rete ed UPA che è chiaro solo nelle Circolari ma molto tormentato nella pratica di tutti i giorni.
Abbiamo pertanto chiesto all’Azienda di riconsiderare il progetto con particolare attenzione alle Tesorerie il cui accentramento presso altri Poli si presenta difficile e finisce col creare più problemi di quanti non ne risolva; di evitare ogni forma di forzatura sui colleghi e di consentire anche ai lavoratori di Chieri e None la “doppia opzione” riconosciuta agli altri
Abbiamo ottenuto che, al di là delle “interviste esplorative”, utili per avere una visione più organica del problema, l’accentramento del lavoro a Torino e Bologna non sia reso operativo almeno fino ad un successivo incontro (fissato a Giugno) che consenta alle Organizzazioni Sindacali di verificare la situazione.
Abbiamo anche chiesto chiarimenti su un’operazione in corso a Torino e che si presenta nella forma di esternalizzazione di attività: notizia che, se confermata, giudicheremmo particolarmente grave alla luce delle note tensioni occupazionali che il Gruppo sta attraversando.
Per quanto riguarda Torino, abbiamo infine denunciato un abbassamento generalizzato delle note di qualifica: fatto che sta creando tensione tra i lavoratori e sul quale vogliamo sia fatta la massima chiarezza.