PIANO INDUSTRIALE 2004/2007: Crescono i ricavi – Cala l’occupazione

– PERSONALE A GIUGNO 2004 n. 40.000 -> PERSONALE FINE 2007 n. 37.000 = SALDO OCCUPAZIONALE – 3.000 dipendenti
Raggiunto attraverso 3000 esodi volontari + 1500 esodi da dimissioni fisiologiche e 1200/1600 assunzioni
– AGENZIE RETAIL 31/12/2003 N. 2.754 -> AGENZIE RETAIL 2007 N. 2.529 =
SALDO negativo di – 225 sportelli
– UPA OGGI N. DIPENDENTI 2.300 -> UPA 2007 N. DIPENDENTI 2.000/2.100
DELOCALIZZAZIONE di alcune attività in ROMANIA dove verranno ASSUNTE in TRE anni 500 RISORSE

In data di ieri il Consiglio d’Amministrazione ha approvato il piano industriale 2004/2007.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali non hanno partecipato all’incontro di presentazione del piano, previsto in data odierna, in sintonia con la decisione assunta dalle Segreterie Nazionali di interrompere le relazioni sindacali in sede aziendale e di Gruppo, visto il netto peggioramento delle trattative per il rinnovo del Contratto Nazionale.

Questa decisione è stata condivisa dalle OO.SS. di UniCredito in quanto il rinnovo del Contratto Nazionale è oggi la
priorità di tutta la categoria e solo da una positiva conclusione di esso potranno trovarsi adeguate garanzie per salvaguardare i diritti e le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori rispetto ai processi di ristrutturazione in corso nel settore.
Anche la qualità stessa delle relazioni sindacali a livello di Gruppo o di Azienda dipendono dal buon esito del rinnovo contrattuale.

Il rifiuto all’invito di partecipare alla suddetta riunione non significa assolutamente una rinuncia o peggio il disinteresse di queste OO.SS. rispetto al piano industriale ed alle sue ricadute sulle persone.

Siamo, comunque, a conoscenza dei contenuti del piano e da una prima valutazione possiamo affermare che:

-> il Gruppo UniCredito presenta livelli di
redditività e di produttività molto al di sopra della media nazionale di sistema; alcune difficoltà nella crescita dei ricavi e la permanenza di aree di criticità erano già state da noi segnalate in relazione ad alcune scelte del top management . Visti questi livelli di produttività e redditività non sono tollerabili ulteriori sacrifici da parte dei dipendenti;

-> il costo del personale è costituito anche dalle
retribuzioni e trattamenti vari destinati alla media e alta dirigenza. Tali trattamenti sono stati incrementati negli ultimi anni in maniera del tutto discrezionale e ingiustificata producendo di fatto una vera e propria “giungla” retributiva costosa e socialmente iniqua. Inoltre, quando si parla di costi, va anche considerata l’alta incidenza delle consulenze esterne sovente ingiustificate;

-> sul costo del lavoro hanno pesato anche
sistemi incentivanti cresciuti fortemente in pochi anni, rispetto ai quali le scriventi OO.SS non hanno mai manifestato condivisione. Siamo dunque fortemente contrari ad ulteriori incrementi delle risorse destinate agli incentivi mentre riteniamo indispensabile invece una loro diversa e più equa distribuzione;

-> contrariamente a quanto previsto dal piano,
non intravediamo allo stato e con l’attuale organizzazione del lavoro, esuberi di personale. In molte realtà risulta già oggi difficile affrontare l’attività ordinaria e garantire un adeguato livello di servizio alla clientela. Ancora piu’ difficile risulta comprendere le previste chiusure di sportello nella divisione Retail quando solo pochi mesi fa erano state annunciate 350 aperture con un aumento dell’organico di 1.000 addetti;

-> riguardo le possibili riorganizzazioni, il loro impatto
verrà verificato nel merito tempo per tempo, contrattando tutte le ricadute sui Dipendenti e salvaguardando le condizioni di vita e professionali delle Lavoratrici e dei Lavoratori;

-> la gestione degli eventuali esuberi derivanti dalle riorganizzazioni dovrà essere attuata con lo strumento già individuato negli accordi di gruppo (esodo volontario e incentivato dei dipendenti che hanno maturato i requisiti pensionistici); siamo comunque contrari alla non conferma dei giovani assunti a tempo determinato nelle diverse Società del Gruppo;

-> siamo contrari alla delocalizzazione di attività italiane (
svolte con collaudata professionalità da Upa) in Est Europa. Iniziative di questo genere tendono a sfruttare retribuzioni e condizioni di lavoro non paragonabili con quelle degli standards dell’Europa Occidentale e rendono queste operazioni intollerabili anche sul piano etico.
Vorremmo vedere UniCredito impegnato ad innalzare quelle condizioni e non a sfruttarle. Solo dopo si potrà ragionare di eventuali ricollocazioni di attività. La fattibilità di quanto sopra andrà inoltre verificata anche alla luce delle vigenti normative contrattuali.

Deludente in tutta questa vicenda l’atteggiamento delle Fondazioni, principali azioniste del Gruppo, che perseguono unicamente incrementi di redditività, a dispetto dei mezzi usati per ottenerli.

Rassicuriamo quindi i colleghi sulla nostra volontà di affrontare tutte le conseguenze di questo piano industriale.

Invitiamo tutte le strutture sindacali e i colleghi alla
mobilitazione e a sostenere le iniziative che verranno promosse da queste OO.SS.

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