Primo congresso della Fisac in Unicredit Banca d’Impresa

DOCUMENTO CONCLUSIVO DEL I° CONGRESSO F.I.S.A.C. C.G.I.L.
UNICREDIT BANCA D’IMPRESA
Il I° Congresso della Fisac Cgil di Unicredit Banca d’Impresa si è svolto a Rimini nei giorni 26, 27 e 28 maggio 2004; vi hanno preso parte 37 delegati eletti nelle venticinque assemblee convocate dalle Rsa locali sulla base del “Documento Congressuale” messo a punto dal Direttivo del Coordinamento del 20 aprile 2004. Il “Documento Congressuale” è stato approvato in tutte le assemblee preparatorie del Congresso e pertanto diventa base programmatica della Fisac Cgil in Unicredit Banca d’Impresa.
Il Congresso ha visto la partecipazione del Coordinatore del Gruppo, Andrea Bonansea, e di Franca Dellacasa ,della Segreteria Nazionale Fisac Cgil.

Il dibattito congressuale ha fortemente richiamato i temi della Pace e la necessità che il nostro Paese prenda le distanze dalla attuale partecipazione militare in Iraq, priva di una legittimazione ONU e causa di ulteriori pericolose spirali terroristiche.

Il Congresso condivide i giudizi preoccupati, più volte espressi dalla Cgil, sulle condizioni generali del nostro Paese. Viviamo in una fase ormai triennale di stagnazione economica accompagnata da una perdita di competitività e di quote di mercato internazionale. E’ quasi irrilevante il tasso di sviluppo interno, siamo in presenza di una tensione inflazionistica con evidenti conseguenze sul costo della vita e di un preoccupante allargamento delle fasce di povertà reali. In tale quadro c’è il rifiuto, da parte del Governo in carica, di un confronto con le Parti sociali finalizzato ad una seria politica dei redditi che tenda a redistribuire equamente la ricchezza e a sostenere i bisogni dei più deboli. Sottointende a tutto ciò una logica di destrutturazione dei diritti di rappresentanza con conseguenze pesanti sulla coesione sociale. Le recenti Leggi sul mercato del lavoro vanno in questo senso: una manodopera a buon mercato e con pochi diritti. Per questo si condivide pienamente quanto la Cgil esprime ed ha espresso in questi anni in una lotta di civiltà per la difesa dei diritti del lavoro: il lavoro non è una merce.

In questo contesto generale si è realizzata l’operazione S3, dettata da scelte imprenditoriali per una dichiarata ricerca di aumento della redditività attraverso la specializzazione.

UBI, all’interno di questo progetto costituisce una realtà nuova e originale nel panorama finanziario italiano, caratterizzandosi quale unica Banca nazionale dedicata al settore Imprese.
La sua costituzione è avvenuta in un momento particolarmente difficile per il segmento al quale si rivolge. Le enormi difficoltà dell’industria manifatturiera nazionale devono preoccuparci al di là dei risultati di bilancio ottenuti da UBI nel primo anno di vita. Espansione dei volumi, qualità del portafoglio, innovazioni di prodotto sono ad oggi gli elementi che connotano positivamente l’Azienda rispetto al mercato, ma sono fattori che devono essere legati ad una logica di sostegno allo sviluppo della economia locale oltre che nazionale, nel rispetto del rapporto imprescindibile tra capacità reddituale e qualità del fare Banca.
Sotto questo aspetto il Congresso FISAC auspica una maggiore coerenza tra i progetti di sviluppo individuati dalla Banca ed i tassi di sviluppo dell’economia reale, nella consapevolezza che gli obiettivi fissati, anche quelli alla base del MBO, devono essere resi compatibili col quadro macro-economico
Così la strumentazione e i prodotti commerciali devono essere coerenti con i valori che l’azienda si è data, per evitare che possano prestarsi ad uno uso speculativo anziché soddisfare le reali necessità del mondo delle imprese.

In tale ambito riteniamo che tutte le iniziative più innovative, finalizzate al sostegno reale delle economie locali, vadano estese a tutto il Paese, indirizzandole prioritariamente verso le realtà meridionali, nella ricerca di un sempre maggiore equilibrio territoriale delle capacità imprenditoriali.
In questo senso appaiono degne di considerazione, anche alla luce degli effetti dell’allineamento ai criteri di Basilea 2, le recenti dichiarazioni del Gruppo UniCredito che tendono ad allargare la disponibilità di credito verso quelle Aziende pronte ad aumentare le basi patrimoniali, impegno di cui la nostra organizzazione verificherà la coerenza tra annunci ed attuazione concreta.

La particolarità di UBI è riscontrabile anche nella sua struttura professionale composta in maggioranza da Quadri Direttivi, per poco meno della metà da appartenenti alle Aree Professionali e da una forte presenza di Dirigenti. E’ un dato anche questo oggettivamente non riscontrabile in aziende bancarie di simile grandezza. Tutto ciò pone alla nostra Organizzazione la necessità di agire in maniera equilibrata nel riconoscere le varie istanze in un quadro di valorizzazione complessiva e di tenuta unitaria della categoria. La Fisac Cgil intende operare affinché venga affermata una linea di sostenibilità delle prestazioni lavorative rispettose della qualità della vita, di accrescimento del valore delle professionalità esistenti, per garantire pari opportunità di crescita professionale, per contrattare meccanismi di redistribuzione economica equilibrati. La traduzione di queste intenzioni in fatti deve impegnarci in una riscrittura totale delle norme che regolano gli inquadramenti, con il presupposto di dare ai vari livelli di professionalità trasparenza e oggettività.
L’attuale Contratto Aziendale, mutuato dall’ex Credito Italiano, pur essendo una traccia utile, è inadeguato alla nostra realtà.
Andranno introdotti, nella prossima tornata contrattuale aziendale, strumenti di avanzamento professionale, in grado di riconoscere l’accresciuta professionalità dei colleghe e colleghi.

In particolare la scarsa presenza femminile in termini percentuali e la marginale adibizione in ruoli di sintesi ci impone una seria politica di riequilibrio e di valorizzazione, nella consapevolezza che, realizzando un effettivo bilanciamento dei generi nella struttura aziendale, si aumenterà anche l’opportunità e la fruibilità di percorsi di carriera per il personale femminile, sin dal momento delle nuove assunzioni.

Siamo impegnati a cogliere, per le lavoratrici e i lavoratori, le opportunità economiche che la capacità reddituale di UBI, di volta in volta, determina. In tale ambito ribadiamo la nostra forte opposizione all’attuale meccanismo del Sistema Premiante che ha raggiunti livelli patologici e non può più essere considerato come elemento economico aggiuntivo. Siamo invece di fronte ad una redistribuzione del reddito di natura imponente, non contrattata e in un quadro di estraneità sostanziale del Sindacato. Riteniamo opportuno, per avviare un dialogo costruttivo, che si pongano in essere alcune condizioni: un sostanziale raffreddamento e ridimensionamento del fenomeno, più equilibrio complessivo tra incentivi e premi contrattati, più equità redistributiva interna, un vera trasparenza su tutto il processo di valutazione ed incentivazione.
La FISAC non è disponibile a vedere realizzata in Azienda una struttura retributiva sbilanciata sulla parte variabile. Tale politica accentua una concezione di precarietà economica, individualizzando in maniera esasperata il rapporto di lavoro.

E’ necessario, nell’ottica di una difesa dei livelli professionali e di valorizzazione sostanziale di tutta la filiera produttiva, predisporre interventi formativi di intrinseco valore con destinazione generale e aperti a tutti i ruoli professionali.
In maniera particolare verso i neo-assunti, la formazione dovrà essere momento di acquisizione di professionalità consapevole, anche al fine di creare percorsi professionali e di carriera capaci di valorizzare le risorse interne alla Banca.

Ad oltre un anno dalla nascita di UBI, la FISAC rileva come ancora aperta una questione di omogeneizzazione e rafforzamento dell’organizzazione del lavoro, che sappia rendere efficaci le strutture della rete commerciale, su tutto il territorio nazionale.

Ispireremo la nostra azione alla realizzazione in Azienda dei contenuti della piattaforma posta a base del rinnovo del CCNL, soprattutto in merito ai valori dell’etica e della responsabilità sociale, della valorizzazione e qualificazione delle lavoratrici e dei lavoratori; sarà nostro impegno portare avanti, anche a livello di Contratto Integrativo, politiche rivendicative che, a partire dai temi tipici della nostra azione nel primo anno di vita di Unicredit Banca d’Impresa, garantiscano condizioni lavorative e professionali di qualità.

In merito alle relazioni sindacali attuate dall’Azienda, ribadiamo la nostra insoddisfazione su due questioni: la prima relativa all’efficacia della rappresentanza sindacale. La particolare struttura della nostra azienda lascia scoperte, nella prassi, le unità produttive più piccole. Per quest’area vasta e significativa, ribadiamo la nostra volontà di salvaguardare i diritti alla rappresentanza.
La seconda riguarda l’efficacia di interlocuzione tra SAS locali e ROR. Alla luce dei fatti risultano troppo esigue le strutture aziendali dedicate al presidio del personale con la conseguente rarefatta capacità di relazione tra sindacato periferico e ROR.

La nostra organizzazione intende quindi sviluppare nel confronto con l’Azienda un rapporto ad ampio raggio, capace di costruire relazioni industriali più avanzate e adeguate al livello delle necessità presenti in Azienda.

La FISAC è conscia del proprio ruolo e intende dispiegare in Azienda tutte le potenzialità di iniziativa sindacale per tutelare e valorizzare nel miglior modo possibile le lavoratrici e i lavoratori di UBI.

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