La rischiosità di fare il mestiere che la Banca ci richiede
Le recenti vicende del gruppo agro-alimentare CIRIO hanno portato UniCredito Italiano all’istituzione di una Commissione per la “valutazione della correttezza del processo di vendita”, escludendo i dipendenti o ex dipendenti del Gruppo UniCredito Italiano che “a causa di tale loro qualità, si presume fossero consapevoli della rischiosità dell’investimento”.
Ci riesce difficile comprendere perché si debba valutare la correttezza di vendita quando:
– come tanti altri, il titolo era presente nel paniere, quindi dando impressione di maggior garanzia anche al cliente, che considera il paniere stesso come i “consigli per gli acquisti” della Banca
– le Banche concedevano credito al gruppo in oggetto, per cui in mancanza del prospetto informativo, ciò forniva credibilità all’azienda stessa
– la continuità nel partecipare alle emissioni obbligazionarie per il suddetto gruppo dava ulteriore affidabilità al titolo in questione
Ora, partendo dalle affermazioni sentite in una trasmissione tv, dove è stato palesemente espresso che le banche sono vittime e non complici dei disastri societari, diamo assolutamente per scontato che se le banche sono vittime, almeno altrettanto lo sono i colleghi e le colleghe che hanno venduto o acquistato (per sé o per i familiari).
È da escludere, pertanto, che i dipendenti, anche quelli eventualmente addetti alla vendita di prodotti finanziari, possano avere maggior consapevolezza della Banca stessa del rischio insito nei prodotti trattati, specie in assenza di diverse segnalazioni.
Mai potrà essere accettato, da parte di queste OO.SS., uno scarico di responsabilità sui colleghi che abbiano collocato titoli ora in default.
Invitiamo chiunque venga eventualmente coinvolto in qualsivoglia problema relativo a quanto sopra a contattare immediatamente le scriventi OO.SS..
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