Incontro annuale

Si tenuto ieri, 25 giugno, il primo “incontro annuale” di UPA. Si tratta di una scadenza stabilita nel Contratto Nazionale: un incontro nel corso del quale l’Azienda fornisce alle Organizzazioni Sindacali una informativa su un vasto numero di argomenti ( il numero dei lavoratori suddiviso per unità produttive, l’andamento occupazionale, la destinazione dei nuovi assunti, l’andamento dei contratti a tempo determinato e dei rapporti di lavoro interinale, i programmi dei corsi formazione ecc…).
Trattandosi, per UPA, del primo incontro, è difficile costruire un giudizio sulla base del confronto con i dati precedenti.
Tralasciando i dati sulla formazione (per i quali siamo obbligati a rinviare a nostre precedenti – critiche – prese di posizione) la prima cifra da cui partire è quella degli organici al 31.12.2002: eravamo in 1995, compresi 231 interinali.
Più interessante è vedere come si è arrivati a questo dato e, dopo di allora, che cosa è cambiato. Tre sono le osservazioni da fare.

Primo: l’occupazione è, dal dicembre 2002, in costante crescita. Siamo oggi infatti 2.245. Il fatto è che questo incremento, al di là di alcuni aggiustamenti interni ai vecchi Poli, è dovuto, più che ad un autonomo piano industriale di sviluppo, quasi esclusivamente alla nascita dei tre nuovi Poli (Trento, Treviso e Trieste) e alla acquisizione di parte dei lavoratori di On Banca a seguito della incorporazione di questa azienda in Xelion. E’ inutile nascondersi che , in questo processo, UPA ha giocato un ruolo, per quanto apprezzabile, del tutto secondario, adeguandosi a decisioni alla cui definizione non ha contribuito.

Secondo: nel corso del 2002 aumentano in modo significativo i lavoratori a tempo determinato (da 121 a 146) mentre gli interinali raddoppiano (!), passando da 115 a 231. Questo non è un buon segnale: si è consolidato, per tutto il 2002, un tipo di occupazione meno garantita e stabile, più difficile da tutelare. C’è ora un punto positivo: nel corso del 2003, 68 colleghi interinali hanno visto il loro rapporto di lavoro trasformato in tempo determinato e 75 tempi determinati sono stati trasformati in tempi indeterminati. Ha avuto così buon esito, anche se in misura parziale, una nostra vecchia battaglia. Abbiamo chiesto con forza che si proceda ulteriormente e in modo spedito su questa strada, cominciando almeno col trasformare in tempi determinati tutti quei rapporti interinali che le percentuali stabilite per legge consentono.

Terzo: l’occupazione femminile si colloca su livelli alti. Al 31 dicembre dello scorso anno le donne di UPA rappresentavano (al netto degli interinali) il 53,5% della forza lavoro e costituivano ben il 92,6% dei 338 part-timers presenti.
Eppure, con qualche importante differenza tra i Poli, se esaminiamo gli inquadramenti più elevati le cose cambiano: le donne scendono al 24,62% dei QD4 e al 28,57% dei Dirigenti. E’ un dato disomogeneo, che risente probabilmente della storia passata delle singole Banche. Ma è chiaro che qui ad un certo punto il meccanismo si è inceppato e va sbloccato.

I dati fornitici sembrano confermare alcune nostre preoccupazioni di sempre: Upa è un’Azienda che, quando cresce (i tre nuovi Poli e On Banca), lo fa più per input esterni che per scelte autonome. E ricorre in misura significativa a forme di lavoro atipiche che possono anche far pensare a qualche incertezza sulle prospettive future.
Non sembrano risolti i vecchi timori: se è vero che le attività acquisite crescono più delle risorse (ed esistono dunque margini che vanno riempiti), non cresce la clientela, come si desume dallo specifico riquadro del Portale e come è testimoniato dal fatto che tarda a prendere luce il più volte annunciato“catalogo dei prodotti”.
Upa sembra racchiudersi su sé stessa, attenta più a consolidare sul piano della qualità i rapporti esistenti che a conquistare mercati nuovi.
Resta la certezza di continuare a fare back-office per quello che la stampa specializzata considera uno tra i migliori gruppi bancari europei. E’ un dato confortante. Ma le prospettive di sviluppo sembravano un po’ diverse.

L’incontro annuale ha fornito anche l’occasione di affrontare la tematica dei lavoratori portatori di handicap. Abbiamo chiesto che vengano verificati gli standard dei servizi igienici di Cologno e che si affronti la questione della formazione per i disabili sensoriali. Abbiamo anche avviato una più ampia riflessione per costruire, attraverso un confronto cui l’Azienda si è dichiarata interessata, un progetto mirato teso ad esplorare nuove possibilità lavorative in questo campo.

Notizie-flash

I colleghi di Upa addetti all’Audit verranno assegnati alla nuova società Unicredit Audit. Il passaggio avverrà non prima del prossimo anno, presumibilmente nella forma di cessione individuale del rapporto di lavoro. Il Sindacato di Upa è impegnato a seguire con attenzione questa vicenda per tutelare al meglio i colleghi.
Bancomat: viene introdotta una franchigia di esenzione per 3 operazioni al trimestre sui prelievi effettuati dai colleghi in sportelli non del Gruppo. E’ chiaramente una acquisizione molto inferiore rispetto alle nostre richieste. La Capogruppo si è detta però disponibile a riesaminare la portata del provvedimento una volta che si siano accertate le dimensioni dei risparmi realizzati.

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