Ieri, 4 giugno, si è svolto il primo incontro di trattativa sulle ricadute determinate dal Piano Industriale 2013-2018.
Sono noti i motivi – e lo abbiamo già scritto con chiarezza in alcuni precedenti comunicati – per cui non riteniamo questo Piano convincente.
L’aleatorietà degli obiettivi di redditività, eccessivamente sfidanti e quindi difficilmente raggiungibili (per il 2018 è previsto un RoTE del 18%), si sposa invece con la certezza dei sacrifici che si intende chiedere al personale, a partire dal pesantissimo prezzo che, in primo luogo, la rete sarà chiamata a pagare a seguito dell’uscita dei 5.500 colleghi dichiarati in esubero, uscita che non viene compensata, nemmeno parzialmente, dalla previsione di nuove assunzioni.
Anche per noi, non solo per UniCredit, esiste un tema di sostenibilità delle misure che saranno adottate, che dovranno essere equamente distribuite tra tutti i dipendenti, nessuno escluso e a nessun livello. Il confronto potrà essere costruttivo e gli interventi condivisi solo se saranno tenute nella dovuta considerazione le esigenze e le legittime aspettative dei lavoratori, e, nello specifico, di chi è interessato ad uscire dall’azienda, di chi vi rimarrà, di chi vi entrerà.
Avendo ben presenti queste ragioni, in trattativa ci atterremo alle linee guida che di seguito riportiamo e che ieri abbiamo dichiarato all’azienda:
– Nessuna deroga alle previsione del CCNL;
– Volontarietà nell’accesso alle uscite, a prescindere dallo strumento adottato;
– Volontarietà anche in caso di ricorso ad altri strumenti di contenimento del costo del lavoro;
– Creazione di nuova e stabile occupazione, debitamente tutelata;
– Riconoscimento delle professionalità (attraverso inquadramenti e adeguata formazione);
– Giusto riconoscimento della maggiore produttività realizzata nel 2013 (VAP);
– Individuazione dei criteri per redistribuire la maggiore produttività che si dovesse determinare nei prossimi anni;
– Razionalizzazione, all’insegna dell’equità, del sistema di welfare;
– Drastica riduzione delle consulenze, il cui ammontare è esorbitante e cresce in misura scandalosa di anno in anno;
– Stop a esternalizzazioni e delocalizzazioni, mentre vanno favoriti i processi di insourcing;
– Riduzione di sprechi e benefit non giustificabili.
Riteniamo inoltre necessario pervenire alla sottoscrizione di un Protocollo sulle vendite responsabili per porre fine alle esasperate pressioni commerciali che rendono impossibile la vita dei colleghi delle agenzie.
Ci apprestiamo ad affrontare un confronto importante e impegnativo, consapevoli dell’importanza che rivestono per il futuro di questa azienda la qualità dell’occupazione, della contrattazione aziendale, del welfare, da sviluppare anche attraverso un modello di relazioni industriali che dia forza e rappresentanza alle legittime aspettative dei lavoratori.
Nella giornata di oggi l’azienda fornirà le prime risposte alla posizione da noi espressa: vi terremo informati sulla prosecuzione del confronto.
Ci opporremo in ogni modo al tentativo di scaricare sui lavoratori l’intero costo del Piano Industriale!
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